Percorso Canale San Vincenzo

Via San Giuseppe, Castrignano del Capo (LE)

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2 h
1,6 km circa
Turistico
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2 h
1,6 km circa

Percorso naturalistico

Via San Giuseppe, Castrignano del Capo (Le)

Livello di difficoltà facile.

Percorso naturalistico tra piante acquatiche e macchia mediterranea, costeggiando numerose piccole grotte scavate da eremiti di origine basiliana.

Coordinate del Punto di inizio

Lat 39.810600
Lon 18.347500

Mappa Google

Descrizione

Il luogo

Livello di difficoltà Turistico.
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Canale San Vincenzo

Si segue una stradina attraverso campi coltivati e larghi terrazzamenti fino al vasto pianoro che anticipa il Canale. E’ una spianata rocciosa con radi cespugli di macchia mediterranea e ampie conche prive di terra, che danno origine agli Stagni Temporanei.

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Grotta basiliana

 

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Grotta basiliana

 

Verdure spontanee

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Cicoria selvatica

Si segue una stradina attraverso campi coltivati e larghi terrazzamenti. In questo tratto sono tuttora molto diffuse le piante selvatiche commestibili che vengono raccolte, evitando i luoghi con segni di diserbo, per gustare sapori e profumi che le piante coltivate non hanno. Un tempo l’alimentazione era prevalentemente basata su legumi accompagnati da verdure selvatiche che, tolto il periodo estivo, erano sempre disponibili. Erbe spontanee dal sapore amarognolo ma stuzzicante e gustoso, fortemente aromatiche come il finocchio e la carota selvatica, con proprietà depurative e diuretiche.

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Finocchio selvatico

A volte alcune verdure diventano prevalenti e monopolizzano il territorio per alcune settimane dando origine a piatti tipici particolarmente apprezzati come la “fritta”, dove papaverina e romice (lapazzu) vengono saltati in olio d’oliva con aglio, peperoncino e olive nere.

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Papaverina

Alcune contadine esperte, dette “cicurare”, della raccolta ne avevano fatto una professione e scambiavano le verdure con altri prodotti o le vendevano nei mercati, dove diffondevano anche la propria versione delle ricette di cucina. Raccogliere le verdure era compito delle donne e degli anziani, ai quali veniva affidata anche la cura dei bambini. Le nuove generazioni imparavano così i nomi delle piante, quali parti raccogliere e l’eventuale uso come officinale. Le narrazioni includevano tradizioni, credenze e fatti memorabili – “li cunti” – collegati alle piante. In questo modo, attraverso i secoli, si è costruito quel patrimonio di conoscenze, sapori e saperi che ha caratterizzato la civiltà contadina e ora si sta dissolvendo con essa.

Prati aridi

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Canale San Vincenzo

La stradina diventa un sentiero tra piccoli campi di ulivi, si procede verso sud costeggiando un dislivello sulla destra fino ad arrivare a un vasto pianoro lievemente ondulato, un autentico enorme “prato arido” che si estende a sud-est anticipando il Canale San Vincenzo. Sono definite prati aridi o pseudosteppe quelle formazioni vegetali costituite soprattutto da specie a ciclo annuale e da specie erbacee perenni che si sviluppano generalmente su suoli poco profondi e degradati, in zone caratterizzate da una rilevante aridità ambientale.

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Cisto di creta

Intorno a noi le rocce affioranti interrompono piccoli cespugli di cisto, timo e chiazze più consistenti di barboncino mediterraneo.

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Scilla marittima

Tra le piante più appariscenti la Scilla maritima, che a settembre innalza migliaia di steli rosa mossi dal vento e fino a primavera sbandiera enormi foglie verdi, l’asfodelo che anima flessuose praterie primaverili e la Dafne gnidio, cespuglio dai lunghi steli verdi, fiorellini bianchi e rosse bacche velenose.

Stagni temporanei

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Stagno temporaneo

Incontriamo piccole pozze di acqua che si formano per le piogge nelle depressioni rocciose e scompaiono d’estate ma, secondo il biologo Leonardo Beccarisi, sono un microcosmo autosufficiente dove svariate specie vegetali e animali convivono allegramente sotto la perenne spada di Damocle della possibile essiccazione! Microscopici crostacei di un inaspettato rosso vivo sguazzano, nella migliore delle ipotesi, fino a giugno. Poi si sbrigano a incistarsi con le ultime gocce e scompaiono tra i miserevoli detriti della pozza asciutta. A settembre, con le prime piogge, si verifica la resurrezione! Sembra incredibile, ma i vermetti tornano in vita e si agitano convenientemente fino alla successiva catalessi.

nematode

Nematode

Nelle pozze si può incontrare anche lo strano nematode, verme filiforme lungo anche quaranta centimetri, che forma col corpo enigmatiche sinusoidi nell’acqua immobile.

Putoria calabrica

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Putoria calabrica

 

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Putoria calabrica

Più avanti si giunge al profondo taglio del Canale San Vincenzo, affogato da canne, lentisco gigante e macchie di lecci. Nelle pareti appartate si aprono ogni tanto piccole grotte artificiali, poveri ricoveri di antichi anacoreti, con evidenti segni religiosi incisi sulle pareti. Possiamo finalmente osservare la Putoria calabrica, una pianta rupicola scoperta proprio qui per la prima volta in Puglia.

putoria-calabrica

Putoria calabrica

Una bella piantina dalle foglie verde laccato e dai fiori rosa a trombetta, che sembra arrampicarsi sulla parete insinuandosi in ogni anfratto.

Licheni

lichene

Lichene

Ci dirigiamo a nord seguendo il margine del canale e ci accorgiamo che per tutta la passeggiata abbiamo calpestato licheni di ogni tipo e colore.

lichene

Lichene

 

licheni

Lichene

Ogni superficie rocciosa è colorata di ocra, giallo, nero e rosso e le macchie vivaci si allargano in complicati arabeschi. L’abbondanza di licheni, simbiosi tra alghe e funghi, sottolinea la salubrità dell’aria e dell’ambiente, oltre a produrre risultati artistici di indiscutibile bellezza.

lichene

Lichene

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