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2 h | 3,1 km circa |
Percorso circolare naturalistico e archeologico
Località Don Cesare, Salve (Le)
Livello di difficoltà facile.
Un esteso pianoro roccioso rivolto verso il mare di Pescoluse. Svariate essenze della macchia mediterranea ricoprono i modesti lembi di terra tra le rocce.
Si percorre un tortuoso sentiero tra numerosi tumuli cultuali risalenti al periodo preistorico Eneolitico (Età del Rame).
Coordinate del Punto di inizio
Lat 39.84663
Lon 18.23405
Mappa Google
Descrizione
Riti preistorici
Livello di difficoltà Turistico.
Siamo sulle orme di un antico percorso religioso di quattromila anni fa. Sono stati datati così gli oltre novanta tumuli megalitici che punteggiano il misterioso territorio di Macchie Don Cesare, oltre cento ettari rivolti al mare di Pescoluse nel Comune di Salve. Sono stati scavati … e quindi alterati rispetto alla sistemazione originaria undici di questi tumuli.
Tutta l’area, e anche le confinanti Spigolizzi e Fani, è costellata di rilevanti emergenze archeologiche completamente abbandonate, spesso incredibilmente giunte fino a noi protette da due dita di terra.
L’assenza di terra ha preservato l’area negli ultimi cinquemila anni, ma ora il nuovo desiderio di casa al mare cambia radicalmente la prospettiva e mette in forse queste sopravvivenze. Ogni struttura occupa un’area di circa 20×30 metri delimitata con grossi blocchi calcarei.
All’interno si riconoscono spazi destinati a funzioni specifiche nell’ambito degli antichi riti di culto, quali incinerare, conservare, offrire.
I reperti ceramici e in pietra hanno definito le frequentazioni umane di questo luogo per oltre mille anni, nell’età del Rame.
Anche ora, di fronte ai tumuli coperti di mirto e alloro, e d’estate imbiancati dai fiori della vitalba, si avverte un profumato senso di sacro.

Macchie Don Cesare
Flora
Gli aspetti naturalistici di Macchie Don Cesare sono interessanti per la particolarità delle sue grandi aree rimaste quasi esenti da interventi umani. Un territorio poco appetibile anche al pascolo si gestisce da sé e le varie specie vegetali convivono secondo naturalità.
Tra le più appariscenti la Scilla maritima, che a settembre innalza migliaia di steli rosa mossi dal vento e fino a primavera sbandiera enormi foglie verdi, l’asfodelo che anima flessuose praterie primaverili e la Dafne gnidio, cespuglio di lunghi steli verdi, fiorellini bianchi e rosse bacche velenose.

Iperico perforato
Ciuffi di iperico macchiano d’oro i cespugli di cisto e lentisco.
Stagni temporanei

Stagno temporaneo
Altra peculiarità naturalistica di Macchie Don Cesare sono gli stagni temporanei, definiti dal ricercatore Leonardo Beccarisi. Si tratta di pozze di qualche metro di lunghezza, dove l’acqua piovana si trattiene a lungo prima di evaporare e lasciare tutto all’asciutto fino a settembre inoltrato.
Questa alternanza indisturbata ha favorito la nascita di ecosistemi vegetali e animali particolarissimi. Piccole piante che hanno adattato il loro ciclo alla totale assenza di acqua, gamberetti che si incistano nel periodo asciutto e riprendono vita con le piogge autunnali.
Architettura rurale
Proseguendo si incontrano sintetici esempi di architettura rurale, alcune belle pajare e altre, in varie fasi di distruzione, che mostrano, loro malgrado, la conformazione interna dei paramenti murari e della volta.
Giunti in vista del punto di partenza, sulla destra si vede un alto recinto in muratura e i resti di una masseria fortificata.
E’ il seicentesco Apiario Valentini ove ci sono ancora le antiche arnie di pietra scavata (Vucche d’api), residui di tradizioni millenarie.
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