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2 h | 2,5 km circa |
Percorso naturalistico architettonico
Località Leuca Piccola – Barbarano (Le)
Livello di difficoltà turistico.
Percorso naturalistico architettonico dal complesso monumentale e ipogeo di Leuca Piccola alle Vore passando per boschetti e serre.
Coordinate del Punto di inizio
Lat 39.86177
Lon 18.32266
Mappa Google
Descrizione
Il Luogo
Livello di difficoltà T turistico.
Si inizia dall’omonimo piazzale lastricato di bianco, vicino alla chiesetta affrescata che segna l’inizio dell’ipogeo. Antico posto di ricovero e ristoro per i pellegrini della via Francigena verso Leuca, conserva lapidi che invitano alle riflessioni lapalissiane, come quella delle quattordici P – parole poco pensate portano pena perciò pensate prima perché pensando poi potreste patire pene.
Su un’altra si elogiano i confort dell’ospitalità nel sotterraneo, forse esagerando un po’.
Le Vore
Vora Grande
Proseguendo verso nord sulla rurale asfaltata che costeggia la chiesa, in breve si scorge sulla destra un poderoso muro circolare dal quale fuoriescono rami vigorosi di lentisco e fico invasi dall’edera.
E’ la Vora Grande, un un profondo inghiottitoio carsico, profondo 40 metri, ove, per il particolare microclima, crescono anche alcune felci officinali come la lingua cervina.

Lingua cervina – Foto Wikipedia
Vora Piccola
Tra uliveti e alti muri a secco si giunge a un altro inghiottitoio carsico, che poi non è tanto più piccolo dell’altro, ma molto più interessante. L’accesso è difficoltoso e non protetto da possibili – disastrose – cadute.
C’è un sotterraneo probabilmente adibito al culto nella preistoria, scavato nella parete della vora fin quasi a metà, che porta a un sottile ballatoio esposto al precipizio, destinazione finale di quei riti. Una analoga installazione è presente nella vora di Roca Vecchia, vicino alla Grotta della Poesia.
Carraie
Nel campo intorno alla profonda voragine, tra gli arbusti di cisto e rosmarino, profonde carraie si intersecano come scambi ferroviari, seminascoste da tondi cespugli di cappero rosa, una rara varietà con germogli e fiori di un rosa intenso.
Sulla collina
Proseguendo verso la collina dopo un boschetto di pini si sale su tornanti e si raggiunge il crinale. Si prende il sentiero a sud mantenendosi sul bordo della collina con a destra uliveti e a sinistra la vista a perdita d’occhio della valle e i terrazzamenti che contengono la terra e le colture. Incontriamo un boschetto di querce e una poderosa pajara incastonata nei muri a secco.
Verdure selvatiche
Nei campi crescono erbe selvatiche commestibili. Erbe spontanee un po’ amare, molto profumate e stuzzicanti, con proprietà depurative e diuretiche.

Cicoria selvatica
Veniva immessa acqua marina e lasciata evaporare al sole fino a ottenere un sale puro e cristallino ritenuto molto pregiato. Dall’altro lato del sentiero la scogliera si trasforma presto in orti e giardini con villetta su cui sovrasta una imponente parete verticale. Le minestre di verdure selvatiche (misticanze) integrate con legumi e cereali, sono state per millenni cibo quotidiano nel Salento.
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